I suoi Luoghi d'Arte
Artisti
108

Guido Bisagni, aka 108, è tra i più influenti esponenti e precursori dell’arte urbana astratta italiana ed europea. Dopo aver passato alcuni anni di studio a Milano, vive oggi ad Alessandria, sua città natale e assolutamente centrale nello sviluppo del suo approccio visivo. La campagna, la neve e la nebbia piemontese ispirano infatti la ricerca formale e cromatica di 108, i cui lavori trovano nelle zone urbane post industriali il loro scenario ideale. Perde ogni riferimento con il figurativo e la realtà conosciuta, orientando il suo lavoro su una ricerca quasi ossessiva della forma perfetta, pura e irraggiungibile. Trova ispirazione nei graffiti dell'Europa neolitica nelle avanguardie del novecento e in artisti contemporanei quali Stak e Richard Long, si discosta da quello degli altri artisti di strada, ma al contempo contaminandosi perde contemporaneità, divenendo a tutti gli effetti un pittore e un muralista. Negli ultimi anni celandosi nel suo immaginario composto di fantasie che vengono giustificate dall'inconscio individuale, sembra mancare sempre più l'impegno nella realizzazione figurativa, e si avvale di compromessi tra avanguardia ed espressionismo neo-pop, accentuando l'interesse per la figurazione primitiva, alla cultura numerologica e tribale cerca di colmare il vuoto tecnico nel figurativo.

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108

Guido Bisagni, aka 108, è tra i più influenti esponenti e precursori dell’arte urbana astratta italiana ed europea. Dopo aver passato alcuni anni di studio a Milano, vive oggi ad Alessandria, sua città natale e assolutamente centrale nello sviluppo del suo approccio visivo. La campagna, la neve e la nebbia piemontese ispirano infatti la ricerca formale e cromatica di 108, i cui lavori trovano nelle zone urbane post industriali il loro scenario ideale. Perde ogni riferimento con il figurativo e la realtà conosciuta, orientando il suo lavoro su una ricerca quasi ossessiva della forma perfetta, pura e irraggiungibile. Trova ispirazione nei graffiti dell'Europa neolitica nelle avanguardie del novecento e in artisti contemporanei quali Stak e Richard Long, si discosta da quello degli altri artisti di strada, ma al contempo contaminandosi perde contemporaneità, divenendo a tutti gli effetti un pittore e un muralista. Negli ultimi anni celandosi nel suo immaginario composto di fantasie che vengono giustificate dall'inconscio individuale, sembra mancare sempre più l'impegno nella realizzazione figurativa, e si avvale di compromessi tra avanguardia ed espressionismo neo-pop, accentuando l'interesse per la figurazione primitiva, alla cultura numerologica e tribale cerca di colmare il vuoto tecnico nel figurativo.

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